Progetti

  • Befanata Lirica di Faltognano
    Befanata Lirica di Faltognano

    Le azioni effettuate a salvaguardia del territorio, avviate con la collaborazione del comitato scientifico delle rete italiana di cultura popolare, hanno portato alla istituzione, nel comune di vinci, del 1° patrimonio culturale ossia “la befanata lirica di faltognano e vinci”. Il popolo ha sempre intrecciato gli avvenimenti religiosi maggiormente significativi con favole, leggende, superstizioni, anche di origine pagana, per soddisfare il bisogno di fantastico, il gusto del mistero che è proprio dell’uomo. In toscana le befanate hanno un’antica tradizione e venivano cantate da ragazzi o adulti andando di casa in casa per propiziarsi la befana e ottenere doni. L’antica tradizione dell’epifania del montalbano rivive a faltognano grazie al comitato tradizioni popolari dell’empolese valdelsa, con il patrocinio del comune di vinci con lo spettacolo organizzato con il sorteggio delle polizze e il canto in ottava rima, a cui hanno contribuito altri poeti locali presenti in sala e due artisti, giampiero giamogante e donato de acutis, provenienti da amatrice.


    CENNI STORICI La tradizione è antichissima e anche assai nobile. Il “Canto della Befana” tradizionale di Vinci e del Montalbano trae origine da un gioco di società, tipicamente toscano, chiamato la “befanata”, in uso anche nelle accademie e salotti fiorentini, addirittura nei conventi di monache, fin dagli inizi del Cinquecento, da tenere distinto dal canto cd. “itinerante” e di “questua”, presente invece nella Montagna Pistoiese, nella Garfagnana e in Maremma. Nella Befanata “quattrocentesca” si mettevano sul palco di un teatrino due vasi, uno d’oro e l’altro d’argento. Il vaso d’oro conteneva le “venture o sorti”, quello d’argento i nomi degli invitati. Una fanciulla bendata, estraeva a sorte dal vaso d’argento il nome di una persona, con l’altra mano traeva dal vaso una “polizza”, in cui era, o meglio si fingeva essere scritta la ventura della persona di cui era tratto il nome. Le due polizze, come venivano chiamate, venivano passate ad uno oppure ad una della “combriccola”, che stava sul palco e doveva sapere improvvisare; il quale ad alta voce leggeva il nome uscito, e poi, facendo le viste di leggere la ventura di quel tale, improvvisava su questo nome due versi rimati insieme, o una terzina, o una quartina, a volontà. Di questi allegri responsi parecchi fortunatamente sono giunti a noi, facendoci ricordare come noti rimatori il Lasca ovvero Anton Francesco Grazzini, oppure la Maria Guicciardini nei Filicaia (imparentata con i Ridolfi) , la più apprezzata al suo tempo ovvero la seconda metà del Cinquecento, oppure l’Antonio Malatesti che ebbe l’occasione di essere chiamato a “rimare” per una befanata in un convento di monache.

  • Natale Masi
    Natale Masi

    Si è completato il 1° fondo archivistico natale masi (maestro d’ottave di roberto benigni e amico di francesco guccini). il fondo è istituito con il deposito delle memorie della famiglia al centro. e’ stato presentato alla biblioteca leonardiana a vinci il primo fondo archivistico “natale masi – un poeta per vinci” e il libro “dalla terra di vinci fiorentino. l’improvviso di natale masi”, volume dell’antologia toscana 3 a cura di alessandro bencistà. si tratta di un patrimonio immateriale, custodito gelosamente nella tradizione orale, che contiene, nelle strofe, un altrettanto importante patrimonio di valori, di principi, di umanità, da tramandare come significativo documento per le prossime generazioni. il 22 settembre 2018 il fondo viene presentato al pubblico, con il coordinamento di rossana ragionieri, come tradizione in ottava rima, non meno importante da ciò che si considera poesia colta o cultura cosiddetta alta, proprio perché rappresenta questo insieme di valori che rafforzano l’identità, la solidarietà, il senso di appartenenza ad un gruppo.

  • Progetto Detti e Proverbi Toscani
    Progetto Detti e Proverbi Toscani

    Il gruppo di lavoro sulla scuola e le attività educative, ha prodotto delle proposte di lavoro formative per integrare il p.o.f. dell’istituzione scolastica con un progetto su detti e proverbi toscani. il progetto ha l’obiettivo di far scoprire o riscoprire detti e proverbi della nostra tradizione. gli alunni dei plessi scolastici di vinci e sovigliana, dopo aver lavorato in classe sotto la guida dei loro docenti e degli esperti, paolo gennai e carlo lapucci, hanno svolto ricerche e predisposto una mostra dei loro lavori. nell’incontro pubblico rivolto alla cittadinanza sono stati presentati i “i proverbi di vinci”, e gli stessi ragazzi hanno letto i proverbi da loro individuati e spiegati, hanno ritirato gli attestati di partecipazione, hanno ricevuto i complimenti delle autorità e del pubblico.

  • Progetto Leonardo 2019
    Progetto Leonardo 2019

    Partecipazione al tavolo di progettazione obiettivo 2019 leonardo e vinci per ribadire l’importanza della cultura immateriale e delle tradizioni popolari della cultura contadina, gestito dall’unione dei comuni e coordinato dall’amministrazione comunale di vinci. sono stati presentati quattro progetti rivolti alle scuole per promuovere la ricerca, l’immaginazione e la creatività attraverso i laboratori proposti su leonardo, animatore di feste e creatore di oggetti per la cucina. i progetti riguardano gli ambiti dei detti e proverbi del mondo contadino, dell’alimentazione al tempo di leonardo e ti racconto leonardo.

  • PROGETTO AMBIENTE
    PROGETTO AMBIENTE

    il paesaggio della toscana collinare è conosciuto in tutto il mondo per la sua bellezza tanto da assurgere i caratteri di un vero e proprio mito. questa bellezza è legata indissolubilmente alla sua fragilità. inoltre, bellezza e fragilità sono diretta conseguenza dell’estrema giovinezza geologica che caratterizza l’intera toscana. la valdipesa e la valdelsa fanno parte a pieno titolo di questo territorio e nel corso dell’ultimo sessantennio hanno assistito oltre che ad un incremento demografico significativo, anche ad un drastico cambiamento sociale e antropologico concretizzatosi con una mutazione significativa degli usi, dei costumi e dei mestieri comunemente esercitati. il risultato di questa evoluzione è stato un uso del territorio che è mutato con la stessa intensità dei cambiamenti enunciati; da questo ne è disceso come conseguenza un’autentica trasformazione sul piano del paesaggio pur restando la sua matrice storica ancora ben evidente. se dal piano fisico-morfologico ci trasferiamo a quello culturale, si deve notare come, riferendosi ad un arco temporale un po’ più ampio degli ultimi sessant’anni, la recente storiografia ha messo più volte in risalto come sarebbe del massimo interesse studiare da vicino quella piccola e media possidenza borghigiana che, nel corso della seconda metà dell’ottocento, costituiva una componente importante della vita economica e sociale delle comunità poste nel paesaggio collinare toscano. una componente importante perché era una delle due protagoniste delle modifiche territoriali che proprio dalla seconda metà dell’ottocento cominciarono ad assumere un ritmo ed una capacità di incidere il paesaggio sempre più intense. una capacità poi ‘esplosa’ nel secolo successivo. per quanto concerne in particolare la valdipesa e la valdelsa è stata soprattutto la fascia intermedia di questa possidenza che, oltre ad essere di una certa consistenza numerica, ha certamente svolto un ruolo predominante nei gruppi dirigenti e nei quadri politici locali, cioè in coloro che si occuparono della gestione pubblica del territorio e delle sue risorse. si tratta di un ruolo, oggi, tutto da scoprire, analizzare e mettere in collegamento alle modifiche paesaggistiche avvenute sì da individuarne genesi e protagonisti. il progetto intende dunque proporre un linea di intervento che assuma come duplice obiettivo la possidenza borghigiana – quale agente modificatore e manutentore del territorio – ed il paesaggio da essa modificato ed adattato alle proprie leggi e consuetudini, alle necessità economiche condizionate da un commercio sempre più allargato. la pianificazione scientifica, il lavoro di ricerca, la sua restituzione attraverso i mezzi informatici, verranno curati dal prof. roberto parenti e dal dott. paolo gennai, componenti del comitato tecnico-scientifico.

  • Progetto CESVOT "Strada Facendo"

    Capofila: Auser Montelupo (capofila) con Gruppo Archeologico Montelupo e Misericordia Montelupo.
    Eventi organizzati dal Centro Tradizioni Popolari.

    L’ evolversi della società ha determinato la dispersione del patrimonio storico, culturale, artistico ed ambientale del nostro territorio. Tuttavia, attraverso la conoscenza diretta dell’ambiente, la presa di coscienza dei suoi cambiamenti e lo studio delle radici e delle tradizioni locali, possiamo promuovere e sostenere il senso di appartenenza, la consapevolezza e il rispetto del territorio e delle sue radici comuni, inteso come luogo della nostra identità, che ci rende maggiormente capaci di interagire con le altre identità.
    Per questo il CTP propone, nell’ambito del progetto Cesvot, due incontri aperti al pubblico: uno nel Comune di Montelupo e uno nel Comune di Capraia e Limite.

    Obiettivi:

    • riscoprire e valorizzare la nostra cultura popolare locale da parte delle giovani generazioni;
    • recuperare la memoria storica come alternativa all’omologazione culturale e alla dispersione del patrimonio storico, culturale, artistico e ambientale del territorio;
    • suscitare un interesse costruttivo e positivo per i beni e i servizi comuni e il rispetto del territorio.

    Cliccaqui per vedere i contenuti delle serate

 

PUBBLICAZIONI

Dalla terra di Vinci fiorentino

Dalla terra di Vinci fiorentino

Il libro di Natale Masi è in distribuzione contattando la segreteria del Centro Tradizioni.


Copertina Raccolta Proverbi

Copertina Raccolta Proverbi

Pubblicazione “I Proverbi di Vinci” realizzata dalla Scuola secondaria di primo grado a Vinci nell’anno scolastico 2017/2018.

 
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